coronavirus – casa dei risvegli:” ci mancano gli abbracci…

DA REDATTORE SOCIALE
Coronavirus. Casa dei risvegli: “Ci mancano gli abbracci, cuore del progetto”
Associazione chiusa e struttura aperta, 10 moduli pieni e precise misure anticontagio: in tempo di isolamento, è questa la è nuova quotidianità della struttura bolognese che accoglie persone con esiti di coma. Fulvio De Nigris: “Ora puntare sui volontari e progettare il futuro”
BOLOGNA – “La sede della nostra associazione per adesso è chiusa, mentre la Casa continua la sua attività riabilitativa:purtroppo, come meno educatori e senza volontari viene meno l’aspetto socio-educativo, per noi importante quanto quello più prettamente sanitario”. Fulvio De Nigris, fondatore insieme con Maria Vaccari dell’associazione Gli amici di Luca e direttore del Centro studi sul coma della Casa dei risvegli di Bologna racconta con amarezza i cambiamenti apportati nelle due realtà nel rispetto delle misure di contenimento del Covid-19.
“L’attività della nostra compagnia teatrale è sospesa: i contatti però li manteniamo per via telematica, offrendo sempre nuovi spunti ai nostri attori. Al contrario, i laboratori di teatro e di musicoterapia per i nostri ospiti proseguono. È fermo anche lo sport riabilitativo, e molte attività ‘collaterali’ per noi e per i nostri pazienti fondamentali”.
Al momento, i dieci moduli abitativi della Casa sono pieni, ogni ospite è affiancato da un familiare (e sono state prese tutte le precauzioni necessarie): “Il sistema regge perché l’Azienda Usl ha messo in campo strategie e normative nei tempi e nei modi dovuti, da noi è tutto tranquillo. Obiettivamente, però, manca proprio il cuore del nostro modello: l’abbraccio, il sentire, la vicinanza. Essere lì ed esprimersi, lavorare per portare la Casa in città e la città nella casa. Il terzo settore risente moltissimo delle attuali limitazioni pratiche: se questa situazione dovesse continuare ancora per più di un mese nascerebbero problematiche serie, non so quanto ci metteremo per superare nuovamente le barriere fisiche e psicologiche che noi, da sempre, ci impegniamo ad abbattere”.
Secondo De Nigris, nei decreti del Governo c’è troppa poca attenzione alla situazione di caregivers e persone con disabilità, anche considerato che molte realtà impegnate su questi temi vivono di donazioni: “Questa emergenza sposta molto le donazioni – spiega -. ed è normale e comprensibile, perché abbiamo a che fare con la nostra sopravvivenza. Chiedo a tutti, però, di non dimenticarsi di noi, delle persone in stato vegetativo: anche questo è un aspetto della disabilità che non può essere trascurato”. Il
direttore del Centro studi sul coma chiede che venga assicurato il giusto riconoscimento a medici, a educatori sanitari, a educatori socio-sanitari, a tutte quelle categorie impegnate a dare sollievo a famiglie, donne e uomini in difficoltà. “In attesa di uscire da questa condizione d’isolamento, si potrebbe anche pensare di trasformare i volontari da retroguardia a corpo d’assalto – propone De Nigris -. Se ci sono volontari con voglia di fare, potremmo non impedire loro di rendersi utile, ma anzi sostenere con forza il loro desiderio, naturalmente nelle giuste misure e con le dovute precauzioni”. De Nigris non nasconde la preoccupazione per quando “si potrà tornare in piazza. Allora saremo trionfanti, ma ancora tanto diffidenti. Dovremmo muoverci sin d’ora per affrontare quel contesto, cominciare subito a parlare di progettualità e politiche sociali per il futuro. Non facciamoci trovare impreparati”.
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ISTINTO E RAGIONE NEI DURI TEMPI DEL CORONAVIRUS

OLTRE QUESTO CUORE D’INVERNO (NON SARA’ FACILE, MA SI DEVE)

pubblicato su “Avvenire” 11 marzo 2020

di Fulvio De Nigris *

In Emilia Romagna come in Lombardia e Veneto, viviamo in particolar modo l’emergenza del cosiddetto coronavirus. E’ una emergenza che sta cambiando il nostro modo di percepire la vita, di vivere le relazioni, i contatti, la mobilità, di pianificare il futuro. Anche le attività che riguardano l’associazionismo e che afferiscono alle attività non sanitarie e al volontariato, come ad esempio nella struttura pubblica della Casa dei Risvegli Luca De Nigris, sono sospese. Fa un certo effetto. Perché per istinto la vicinanza alle famiglie, la prossimità, l’aiuto, l’empatia e le attività di risocializzazione porterebbero a non interrompere questa azione, questo flusso, mentre la ragione, le giuste ordinanze del governo pongono davanti al’emergenza, alla cautela e impongono disposizioni ferree da seguire. La diversità ci ha sempre posto nei confronti dell’altro, e dell’altro diverso da noi, con un senso di disponibilità e di generosità, di ricerca dell’uguaglianza che non è minata né dalla disabilità né dalle limitazione che l’ambiente circostante impone. Ma quando è un virus a ricordare queste limitazioni, il contesto costruisce un muro difficile da valicare. Il nostro sguardo rischia di infrangersi contro quell’ostacolo . E il nostro “regarder”, per citare i francesi (anche dopo l’infelice spot su Canal plus), quel “guardo e mi riguarda”, disinnesca la seconda parola che è invece la più importante nell’azione del guardare. Guardare e percepire per agire, pensando che tutto ciò che vediamo non solo è l’osservazione passiva, ma l’interiorizzazione attiva che innesca azioni volte a superare le problematiche che contengono ciò che guardiamo. Ora siamo sospesi perché siamo portati a stravolgere il nostro modo di agire. Non è tanto il lavarsi continuamente le mani, ma la paura a prendere i mezzi di trasporto, ad entrare nei luoghi pubblici, è quel metro di distanza ad impedirci di essere quelli che compiutamente siamo. Siamo impauriti e la nostra voglia di normalità si scontra con la chiusura delle scuole, dei cinema e dei teatri, la sospensione dei laboratori teatrali, dei corsi, delle attività di gruppo. Possiamo sentire i nostri utenti, ma non possiamo frequentarli. Siamo bloccati. Lo siamo negli istinti più comuni, quelli che manifestano i nostri affetti, la nostra amicizia. L’altro giorno in un bar un amico medico mi ha stretto la mano, mentre un’altra persona lo rimproverava dicendogli: “cosa fai?”. E lui di rimando:”Mi fido”. Una bella parola, anche generosa: la fiducia. Ma è possibile fidarsi? Forse, giustamente è possibile il “mi fido di te”, mentre è molto problematico pensare “mi fido del virus” che è ancora un elemento sconosciuto e molto pericoloso. E’ una situazione molto complessa che incrina la nostra fiducia nei confronti dell’altro ma nello stesso tempo frena l’istinto di quanti hanno sempre praticato, in questa società, la cultura dell’abbraccio. Attraverseremo questo “cuore in inverno”, ne sono sicuro, ma la traversata non sarà breve…

 

* Direttore centro Studi per la Ricerca sul Coma

Gli amici di Luca

nella Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna

Fulvio.denigris@amicidiluca.it

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Alessandro Bergonzoni – campagna per Gli amidi ci Luca dal 3 al 9 novembre 2019 – dona al 45591

ESSERE O ESSERE: TORNARE ALLA VITA DOPO IL COMACAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE GLI AMICI DI LUCA

 

Mediaset dal 3 al 9 novembre promuove la raccolta fondi a favore dell’organismo di volontariato Gli amici di Luca con uno spot di Alessandro Bergonzoni testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris. Si può donare al 45591 (2 euro con sms da cellulare, 5 o 10 euro da telefonia fissa). Tutti i gestori telefonici aderiscono all’iniziativa.Dopo una carrellata sulla facciata della Casa dei Risvegli Luca De Nigris Alessandro Bergonzoni dice: “Perché? Perche ci sono persone che non valgono una lira ma almeno 2 o cinque euro si. Perché a volte basta il pensiero, questa volta no. Possiamo mandare un sms. Siate molto solidali, fatelo al mio tre. Tre, tre, tre…”. Così Alessandro Bergonzoni sostiene ancora una volta l’associazione Gli amici di Luca che ha contribuito a fondare la Casa dei Risvegli Luca De Nigris, struttura pubblica innovativa di assistenza e ricerca dell’Azienda Usl di Bologna e da oltre 20 anni si occupa delle persone con esiti di coma e delle loro famiglie.

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Fulvio De Nigris su Rai3 parla della “Giornata dei risvegli 2019”

Fulvio De Nigris direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma dell’associazione Gli amici di Luca parla su Rai3 nele trasmissioni dell’accesso sabato 28 settembre 2019 delle attività dell’associaizone Gli amici di Luca odv e del programma della “Giornata nazionale dei risvegli per la ricerca sul coma – vale la pena 2019″ giunta alla ventunesima edizione anche quinta Giornata europea dei risvegli”.

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