Alex Zanardi, un miracolo da condividere…

Il mio intervento di oggi 23 luglio 2020 su “Avvenire” e le considerazioni del direttore Marco Tarquinio.

 

Facciamo tutti il tifo per Alex, come per Marco, Gisella, Cristian, Andrea e tutti coloro che hanno attraversato il coma e ne sono usciti. Lo facciamo con maggior vigore perché Alex Zanardi è nel cuore di tutti, è un simbolo e sinceramente vorremmo ritrovarlo al più presto come prima. Al tempo stesso sappiamo, perché umanamente ci siamo passati e dal punto  di vista sociale lo osserviamo da più di vent’anni, che anche quando si torna come prima non si è mai più quelli di prima. Che non sempre è un male. A  volte – lo stesso Alex Zanardi con la sua storia ce lo ha insegnato – si torna per certi versi meglio di prima ma comunque diversi. Patrizia Saccà atleta paralimpica parla di “corpo rotto” ma con tante potenzialità ed opportunità da cogliere che conquistano meraviglie specialmente nel mondo sociale formato in maggior parte da persone che mai si sono trovate a contatto con problematiche estreme che riguardano la mancanza di coscienza, gli aspetti cognitivi e la disabilità in genere.

 

Alex Zanardi è ora nel momento più cruciale. Quello in cui, passata e vinta la battaglia tra la vita e la morte, si trova in un complesso percorso riabilitativo dove si concentrano legittime speranze e aspirazioni, in un lavoro clinico che metterà in campo tutte le forze e le strategie disponibili.

E’ sicuramente in buone mani, in un contesto nazionale dove i protocolli sono ormai condivisi e dove, come ci battiamo da 22 anni nella “Giornata dei risvegli” del 7 ottobre, la rete delle strutture deve consentire, in ogni area geografica di riferimento, un’omogenea trattazione per ogni cittadino dopo un grave trauma come quello da lui subito.

Le strutture di eccellenza sono importanti ma altrettanto importante è la famiglia, il contesto amicale che potrà sostenerlo in una alleanza terapeutica con il personale medico e paramedico che lo accompagnerà passo dopo passo. E lì, nella quotidianeità che speriamo possa avvenire quel risveglio che tutti auspichiamo e possano vedersi quei risultati che consentano alla famiglia di guardare con maggiore serenità al futuro.

Un futuro tutto da ricostruire, affinché Alex Zanardi possa ritrovare il suo ruolo e la sua vita attiva di persona e, perché no, anche di atleta.

Ora questo futuro possiamo solo immaginarlo sapendo che nessuno è in grado di prevedere con precisione cosa succederà. Ma una cosa è certa. Tutti aspettano il miracolo. Che pure esiste. E che comunque si identifica sempre nel cambiamento.

Un cambiamento comunque da accettare e condividere.

E noi già lo condividiamo.Auguriamo tutto il bene possibile ad  Alex e la sua famiglia.

 

Fulvio De Nigris

Direttore Centro Studi per la Ricerca sul Coma, Gli amici di Luca

Nella Casa dei Risvegli Luca de Nigris, Azienda Usl di Bologna

fulvio.denigris@amicidiluca.it

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