Ventitrè anni senza Luca

Due giorni dopo la Befana, la mattina dell’8 gennaio 1998, Luca non si svegliò. Così come inaspettatamente era entrato in coma dopo un’”operazione perfettamente riuscita, così inaspettatamente morì. Il 7 gennaio 2021, assieme a Maria, nella chiesa di Trebbo di Reno, Don Domenico Cambareri, che di Luca fu compagno di scuola al Liceo Minghetti di Bologna, lo ha ricordato. Non so se è così anche per gli altri che hanno perso una persona cara, per me mio figlio è sempre in viaggio. Con i suoi fumetti e la sua passione per il cinema, la sua curiosità, la sua ironia e la sua voglia di vivere. Nel frattempo si è realizzato. Gli amici di Luca Odv, la Casa dei risvegli a lui dedicata, il premio Luca De Nigris con la Cineteca di Bologna. E per gli studenti del Liceo Minghetti c’è quell’aula a lui dedicata che loro chiamano “acquario”.  Ventitrè anni in viaggio non sono pochi. Non smetteremo mai di ringraziarlo. Gli vogliamo bene come il primo giorno e sappiamo che anche lui ce ne vuole. Ma che cosa sta facendo in questo momento? Mi piacerebbe saperlo, non soltanto stare con lui nei sogni, ma parlargli anche da sveglio. A volte basterebbe poco, solo una telefonata, una videochiamata…

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Alex Zanardi, un miracolo da condividere…

Il mio intervento di oggi 23 luglio 2020 su “Avvenire” e le considerazioni del direttore Marco Tarquinio.

 

Facciamo tutti il tifo per Alex, come per Marco, Gisella, Cristian, Andrea e tutti coloro che hanno attraversato il coma e ne sono usciti. Lo facciamo con maggior vigore perché Alex Zanardi è nel cuore di tutti, è un simbolo e sinceramente vorremmo ritrovarlo al più presto come prima. Al tempo stesso sappiamo, perché umanamente ci siamo passati e dal punto  di vista sociale lo osserviamo da più di vent’anni, che anche quando si torna come prima non si è mai più quelli di prima. Che non sempre è un male. A  volte – lo stesso Alex Zanardi con la sua storia ce lo ha insegnato – si torna per certi versi meglio di prima ma comunque diversi. Patrizia Saccà atleta paralimpica parla di “corpo rotto” ma con tante potenzialità ed opportunità da cogliere che conquistano meraviglie specialmente nel mondo sociale formato in maggior parte da persone che mai si sono trovate a contatto con problematiche estreme che riguardano la mancanza di coscienza, gli aspetti cognitivi e la disabilità in genere.

 

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WEBENESSERE: L’ATLETA PARALIMPICA PATRIZIA SACCA’ CI INTRODUCE ALLO YOGA E AL SUO PARTICOLARE SALUTO AL SOLE

 

ISOLATA ALLE CANARIE CAUSA CORONAVIRUS LANCIA UN APPELLO:

“NON TROVO UN AEREO PER RITORNARE FAREI PRIMA IN CANOA…”

Continua Webenessere l’iniziativa promossa dall’associazione Gli amici di Luca odv: una serie di esercizi realizzati da istruttori e rivolti alla popolazione disabile dimesse dalla Casa dei Risvegli Luca De Nigris e dal territorio. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Azienda Usl di Bologna, il Comitato Italiano Paralimpico, il CUSB Bologna e si inserisce nel progetto sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Luca’s Community, attività sportive rivolte ad una popolazione fragile e con disabilità in collaborazione con il CSI Centro Sportivo Italiano Comitato di Bologna.

Venerdì 26 giugno alle ore 12.00 su Facebook (pagina Gli amici di Luca odv) e youtube (canale Risveglitv) sesto appuntamento Patrizia Saccà atleta paralimpica atleta paralimpica ed insegnante di yoga che ha ideato il Saluto al Sole da svolgere in posizione seduta, chiunque può praticarlo anche solo per una pausa benefica. Un metodo – brevettato con il nome Yoga a Raggi Liberi (YRL) – che è molto più che una semplice pratica, un libro che è una risposta a chi afferma: “no, tu non puoi fare yoga perché sei in carrozzina”. Come scrive Patrizia nel libro, “yoga e meditazione sono per tutti”, e lei ne è la testimonianza vivente.

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Il mio appello al Governatore Christian Solinas

Gentilissimo Governatore Solinas le Regioni in questo periodo di emergenza Covid-19 sono andate di pari passo con il Governo centrale in un atteggiamento costruttivo e responsabile, nell’interesse della salute di tutti i cittadini sia residenti che ospiti. Per questo mi rivolgo a lei auspicando in un suo ripensamento circa il certificato di negatività che lei richiederebbe ai turisti. 

Se lei parlasse di autocertificazione, potrei comprenderlo e lo riterrei responsabilmente accettabile, ma un test, credo lo sappia anche lei come la comunità scientifica, non sarebbe attendibile e non tutelerebbe nessuno. 

La Sardegna è stata sempre una terra ospitale. Lo sappiamo bene io e mia moglie Clara D’Ovidio, che viviamo a Bologna e che come tanti continentali da oltre vent’anni abbiamo una seconda casa in Sardegna nella splendida isola di Carloforte. 

Lei, dichiarando di accogliere a “braccia aperte”i turisti, in realtà li costringe fuori dall’isola creando un preoccupante e pericoloso sistema di disuguaglianza sociale e incostituzionale per chi usufruisce dei vostri servizi e paga le tasse per la seconda casa. Lei parla di “braccia aperte” ma noi vediamo solo “braccia conserte” chiuse sul petto con un atteggiamento ostile che non comprendiamo. Le altre regioni si stanno attrezzando con altri sistemi e per questo mi appello anche a Stefano Bonaccini presidente della Conferenza delle Regioni perché possa condividere anche con lei un percorso omogeneo di accoglienza e tutela della salute.

Quando quest’estate, come turisti, sbarcheremo sulla sua isola spero davvero che possa accoglierci a braccia aperte, un gesto che condivideremo con un abbraccio collettivo che ora le  consegno solo virtualmente.

Un cordialissimo saluto 

Fulvio De Nigris

(Lettera pubblicata su “La Nuova Sardegna” 26 maggio 2020)

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